giovedì 20 febbraio 2014

Ciambellone classico cotto nel fornetto Versilia


Oggi vi propongo una ricetta di un dolce semplice ma buonissimo, adatto per la colazione e per la merenda: il ciambellone cotto nel fornetto Versilia.
Mi hanno regalato da poco questo utilissimo utensile, e già ne sono entusiasta! Perfetto per chi, come me, ha solo il microonde, ma desidera comunque ottenere dei bei ciambelloni grandi e ben lievitati.
Sì, perché il fornetto Versilia non si utilizza nel forno, ma sul comune fornello :-)
Questa ricetta che vi propongo è una variante del "Ciambellone di Achille" del Manuale di Nonna Papera, che io ho trovato sul blog uovazuccheroefarina.
E sempre sullo stesso blog trovate un interessantissimo articolo dedicato al fornetto Versilia, che consiglio vivamente di leggere se siete interessati a questo metodo di cottura dei dolci decisamente alternativo! (alternativo, certo, ma in realtà di vecchia data... lo usavano le nostre nonne!)
Le dosi che vi propongo sono per un fornetto Versilia di 28 cm di diametro. Io l'ho trovato della ditta Agnelli, fatto interamente in alluminio.




INGREDIENTI:

- 4 uova grandi
- 300 gr di fecola di patate (il ciambellone originale invece non prevedeva la fecola, ma sola farina; io ho messo anche la fecola per renderla più leggera)
- 300 gr di farina di tipo 00 o di tipo 0 (io ho usato quest'ultima perché avevo finito la 00!)
- 400 gr di zucchero
- 2 etti di burro morbido tagliato a tocchetti
- 1 bustina di lievito per dolci
- la buccia grattugiata di un limone
- latte quanto basta (pochi cucchiai.. per rendere l'impasto un po' più morbido)
- sale


PROCEDIMENTO:

- Premetto che ho usato il mixer per impastare il tutto; certo volendo si può fare anche a mano. Ma era talmente tanta roba (un kilo tra farina e zucchero!) che di voglia di impastare a mano non ne avevo per niente, e quindi ho preferito il mixer.
Mettiamo quindi tutti gli ingredienti nel mixer , tranne il limone, il latte ed il sale e cominciamo ad impastare. Se vedete che il mixer fatica e l'impasto non si amalgama bene, aggiungete un pochino di latte.

- Quando l'impasto risulta morbido ed omogeneo, aggiungete la buccia grattugiata del limone ed il sale (3 o 4 pizzichi). Impastate nuovamente.

- Mettete un pochino d'acqua dentro lo spargifiamma che vi hanno dato in dotazione al fornetto Versilia (questo aiuterà a non bruciare la ciambella!) e mettete lo spargifiamma sul fornello, a fuoco medio. Così lo spargifiamma inizia a scaldarsi.
IMPORTANTE: pur essendo un fornetto di diametro molto grande, non bisogna mettere il fornetto sul fornello più grande che avete, altrimenti il rischio di bruciare la ciambella sarà molto alto! Usate la fiamma media, e se invece avete il fornetto con diametro più piccolo (24 o 26 cm) meglio ancora se usate la fiamma più piccola che avete.

- Imburrate ed infarinate l'interno del fornetto con cura ed attenzione: questo farà sì che il ciambellone non si attacchi alle pareti del fornetto (sarebbe poi difficile tirarlo fuori!).
Se lo desiderata imburrate anche il coperchio: durante la cottura il burro si scioglierà ed andrà a cadere sulla superficie del ciambellone, creando una deliziosa crosticina burrosa sopra! Anche questo "trucchetto" lo devo al blog "uovazuccheroefarina".

- Versate l'impasto nel fornetto, livellatelo e chiudete il fornetto con il suo coperchio. Mettetelo sulla fiamma.
IMPORTANTE: per i primi 5 minuti dovete tenere la fiamma alta, se non proprio al massimo diciamo che comunque deve essere vivace. Passati i 5 minuti dovete invece abbassare la fiamma al minimo, e tutto il resto della cottura dovrà avvenire proprio con la fiamma tenuta al minimo. E' importante non oltrepassare i 5 minuti (e usare sempre lo spargifiamma) altrimenti il ciambellone potrebbe facilmente bruciare.
Cuocete quindi il ciambellone per 5 minuti a fiamma medio-alta, e poi per 1 ora e 50 minuti con la fiamma al minimo.
Lo so... è tanto tempo... ma per cuocere un dolce così pantagruelico è proprio necessario! E comunque la fiamma al minimo vi consuma poco, quindi non avrete brutte sorprese nella bolletta de gas :-)
Altra cosa da ricordare: non aprite il coperchio del fornetto se non verso fine cottura! Per controllare come sta cuocendo il dolce potete spiare dai buchetti che ci sono sul coperchio aiutandovi con una torcia elettrica :-)

- A fine cottura, spegnere la fiamma e lasciare raffreddare il ciambellone nel fornetto. Buon appetito!!



mercoledì 12 febbraio 2014

Lumache con erbette


Le lumache sono un piatto che amo tantissimo, e quindi quando mi capita di andare in Francia è d'obbligo fare tappa in un supermercato e fare scorta di scatolette di escargots. In Francia sono molto più diffuse che da noi, ed in un qualsiasi supermercato si trovano le comodissime lumache in scatola, già cotte e pronte da cucinare. Ad ogni modo anche in Italia a volte capita di trovare le lumache già cotte, o perlomeno già pulite. Pulire, spurgare e cuocere le lumache è un'operazione lunga e noiosa... quindi vi consiglio vivamente di cercare le lumache già pronte in un negozio o in un supermercato ben fornito :-)
Queste lumache con le erbette sono molto saporite... vi consiglio però, se amate un gusto ancora più deciso, di sostituire le erbette con le cime di rapa. Io le adoro!


INGREDIENTI:

- lumache già pulite e cotte (se sono piuttosto grosse, vanno bene un 12-16 lumache circa...poi certo dipende da quanta fame avete!)
- erbette (o cime di rapa) un grosso mazzo
- olio e.v.o.
- aglio, cipolla, carota e sedano per il soffritto
- vino bianco secco (quanto basta)
- sale e pepe
- una noce di burro (facoltativa)


PROCEDIMENTO: 

- Per prima cosa lavate e spuntate le erbette (o le cime di rapa), scartando le foglie brutte e sciupate (naturalmente se avete fretta potete utilizzare una busta di erbette già pulite... anche quelle surgelate vanno benissimo) e mettetele a cuocere in una pentola nella quale avrete messo poche dita d'acqua e un cucchiaino di sale grosso. Fate cuocere 3-5 minuti dall'ebollizione (7-9 minuti se usate le cime di rapa). Scolate e strizzate bene cercando di far uscire tutta l'acqua.

- In una padella preparate il soffritto facendo appassire un po' di aglio, cipolla, carota e sedano tritati fini nell' olio e.v.o. Quando il soffritto sarà pronto (occorrono pochi minuti) aggiungete le lumache. Se, come me, utilizzate delle lumache in scatola, abbiate cura in precedenza di scolarle dal liquido di conservazione e di sciacquarle un po' sotto l'acqua corrente. Fate saltare le lumache in padella a fuoco vivace, aggiungete un 2-3 dita di vino bianco e fate evaporare, sempre a fiamma vivace.

- Aggiungete le erbette e continuate a cuocere cercando di amalgamarle bene alle lumache aiutandovi con un paio di forchette di legne.

- Salate, pepate e se vi piace il gusto aggiungete una noce di burro e mescolate ancora: il burro darà al tutto un po' di dolcezza e bontà in più!

Se amate il gusto dell'aglio, vi do un suggerimento: tritate uno spicchio d'aglio fine fine ed aggiungetelo in padella verso fine cottura. A me piace molto!

martedì 4 febbraio 2014

Risotto ubriaco ai funghi nameko


Oggi voglio proporvi un primo semplice e molto saporito: il risotto ubriaco con i funghi nameko.
Ubriaco perché questa ricetta richiede parecchio vino rosso. Funghi nameko, perché avevo in casa quelli ma volendo potete utilizzare altre specie di funghi se preferite... certo è che i nameko sono molto saporiti e carini da vedere, ed inoltre piuttosto economici, quindi non posso che consigliarveli :-)


INGREDIENTI:

- riso Vialone nano (o un altro riso per risotti)
- vino rosso di medio corpo
- funghi nameko
- burro
- cipolla bionda
- uno spicchio d'aglio
- acqua
- sale
- estratto di carne Liebig (facoltativo)

Se avete a vostra disposizione del brodo di carne naturalmente potete usare quello, al posto dell'acqua e dell'estratto di carne. Anzi, il risotto vi uscirà ancora più buono.


PROCEDIMENTO:

- Innanzitutto cuocete i funghi, facendoli saltare alcuni minuti in padella (5-6 minuti circa) con un po' di olio ed uno spicchio d'aglio. Aggiungete un po' di sale a fine cottura (se vi va, anche un po' di pepe).

- In una casseruola cuocete un po' cipolla affettata sottile con un filo d'olio. Quando è ben appassita, aggiungete una bella noce di burro e fate sciogliere a fuoco lento, mescolando.

- Aggiungete il riso (2-3 pugni a testa... io il riso non lo peso mai, vado sempre "a pugni") e fatelo rosolare bene per un paio di minuti nel burro e nella cipolla, mescolando con un cucchiaio di legno a fuoco abbastanza vivace.

- A questo punto, come si far per tutti i risotti, bisogna cominciare ad aggiungere del liquido, si deve quindi mescolare, sempre a fiamma piuttosto vivace, fino a quando tutto il liquido risulterà assorbito, per poi aggiungere nuovamente del liquido e così via. Dovrete perciò continuare ad aggiungere man mano un po' di liquido (diciamo un paio di dita per volta) fino alla completa cottura del riso. Nel caso del vialone nano occorreranno circa 15 minuti.
Il liquido da aggiungere man mano è innanzitutto il vino: siate generosi, questo è un risottino ubriaco.
Dato che però se aggiungete soltanto del vino alla fine il vostro risotto risulterà un po' troppo saporito e "forte", per i miei gusti, io consiglio ad un certo punto di interrompere con il vino e di aggiungere del brodo (che avrete nel frattempo messo in un pentolino a scaldare).
Io non faccio mai il brodo, e nemmeno uso i dadi o brodi pronti, quindi ho semplicemente messo in un pentolino a scaldare dell'acqua calda con un pochino di sale, ed ho aggiunto quella. Alla fine ho aggiunto una punta di coltello di estratto di carne, tanto per dare un pizzico di sapore in più. Il dado non serve, credetemi, le cose risultano comunque ottime.

- Quando il risotto è cotto (sarà passato all'incirca un quarto d'ora) aggiungete i funghi e mescolate bene. Non ho indicato che quantità di funghi perché non è essenziale... potete metterne pochi, giusto per dare quel tocco in più, o anche parecchi, se vi piacciono molto. Solo consiglierei di non esagerare: il protagonista è il riso, non i funghi :-)

- Infine aggiungete ancora un po' di burro nel risotto, coprite con il coperchio e lasciate mantecare 3-4 minuti... Mescolate e servite!



mercoledì 29 gennaio 2014

Limoncello e Arancello


Da quando ho iniziato a farli in casa, il limoncello e l'arancello sono diventati in assoluto i miei liquorini preferiti e di andare a comprare altri digestivi o liquori dolci non mi passa neppure per la mente. Vogliamo mettere la soddisfazione di fare da sé questi ottimi liquori? Tra l'altro, rispetto ai prodotti industriali, c'è un rapporto qualità-prezzo affatto indifferente, e quindi.... mai più liquori del supermercato :-)


INGREDIENTI:

- 1 litro di alcool a 95°
- 8 limoni circa (o se fate l'arancello 4-5 arance)
- 1 litro e mezzo di acqua
- 930 gr di zucchero (bianco o di canna: se usate quest'ultimo tenete però presente che il liquore vi uscirà più torbido e un po' marroncino.... come l'arancello che vedete nella fotografia, a destra... ma non è poi nemmeno tanto brutto!)


 PROCEDIMENTO: 

- Lavate con cura i limoni o le arance (meglio se acquistate quelli non trattati), asciugateli e con l'aiuto di un coltellino tirate via le scorze stando attenti a non prendere anche la parte bianca, che può risultare un po' amara (però, lo dico per esperienza, se ve ne scappa qualcuna non succede niente... l'amaro non si sente, quindi non state ad impazzire).

- Mettete tutte le scorze a macerare in un recipiente che si possa chiudere nel quale avrete versato il litro di alcool. Lasciatele per almeno 2 settimane, senza dimenticarvi di dare un'agitata al recipiente tutti i giorni.

- Passate le 2 settimane, siete pronti per fare il limoncello o l'arancello. Per prima cosa bisogna fare lo sciroppo: fate sciogliere in una pentola capiente lo zucchero nell'acqua, riscaldandola a fuoco dolcissimo. Mescolate con cura con un cucchiaio di legno e quando vedete che tutto lo zucchero si è ben sciolto, spegnete il fuoco e fate raffreddare.

- Quando lo sciroppo è freddo, versateci dentro l'alcool con le scorzette e mescolate bene.

- Aiutandovi con una schiumarola togliete le scorzette e gettatele via.

- Riempite le bottiglie con il vostro limoncello o arancello, avendo cura di filtrare il tutto, per evitare che rimangano dentro dei pezzettini di scorza. Io faccio così: prendo la bottiglia vuota, ci metto dentro un imbuto, sopra l'imbuto ci metto un colino (se siete in due a fare quest'operazione tanto meglio: sarà più facile) e poi procedo a versare il liquore. 

- Tappate, se volete etichettate e mettete a riposare in un luogo fresco e buio per circa un mesetto.

A me il limoncello e l'arancello piacciono moltissimo freddi di freezer... però naturalmente se preferite potete tenerli semplicemente in frigorifero.
L'anno scorso con la medesima ricetta ho fatto anche il mandarinello. Spettacolare!


mercoledì 15 gennaio 2014

Torta alla farina integrale di avena


Oggi vi propongo una torta molto morbida e gustosa, preparata con farina integrale di avena: questa farina non viene molto usata per fare le torte, in ambito culinario più che altro è difatti utilizzata per fare i biscotti nei paesi nordici (mi vengono in mente i biscotti all'avena dell'Ikea, tanto per fare un esempio). La ricetta che vi propongo è una mia sperimentazione, che mi ha dato un risultato tanto soddisfacente che già l'ho rifatta più volte. E' semplice e veloce da fare, perfetta sia per la colazione che per la merenda, anche dei bambini :-)

INGREDIENTI (per la tortiera crisp da 24 cm):

- farina integrale di avena 2 etti
- zucchero di canna 2 etti
- 3 uova grandi intere
- 180 gr di burro fuso
- mezza bustina di lievito vanigliato
- liquore all'arancia 3-4 cucchiai (facoltativo: se la torta verrà mangiata anche da bambini potete non metterlo, la torta viene comunque molto buona. Ad ogni modo penso proprio che con la cottura la maggior parte dell'alcool evapori...)
- sale


PROCEDIMENTO:

- Fate sciogliere il burro a fuoco dolcissimo (Una nota sul burro, se me lo concedete: usate il burro "da panna fresca di centrifuga", se lo trovate. E' favoloso, è tutta un'altra cosa! Il colore è giallino, ed è morbido, molto più morbido del burro comune. Il profumo ed il gusto sono inebrianti ed estremamente ghiotti. Per quel che ne so, questo tipo di burro viene comunemente utilizzato nei paesi dell'Europa del nord, mentre in Italia è molto più raro. Ma ripeto, se lo trovate, ne vale la pena! Anche se, certo, costa un po' di più. E non solo per i dolci... per qualsiasi piatto che richiede burro. E' superbo anche da crudo. Chiusa la parentesi sul burro) e una volta sciolto fatelo raffreddare.

- In una terrina (o nel recipiente del mixer se preferite) mettete le tre uova intere e lo zucchero. Mescolate molto bene fino ad ottenere un composto gonfio e un po' schiumoso.

- Aggiungete la farina setacciata con il lievito (in verità io non setaccio mai nulla, aggiungo semplicemente, e le torte escono comunque bene) e mescolate bene, facendo attenzione che non si formino grumi.

- Aggiungete il burro fuso e un po' di sale. Di solito nei dolci si dice "un pizzico" di sale, io invece ne metto sempre 2 o 3, ma anche 4, bei pizzichi, perché trovo che un po' di sale in più dia in effetti più "carattere" alla torta. Certo se la salute consiglia di non esagerare con il sale, ignorate il mio suggerimento. Uso però sempre il sale marino integrale grigio di Guérande, che ha un profumo davvero unico. Usassi il sale comune, allora mi accontenterei del classico pizzico.
Mescolate con cura.

- Aggiugete infine, se lo si desidera, un po' di liquore all'arancia: io molto spesso utilizzo l'Aurum, un liquore dal gusto molto intenso, abbastanza simile al più noto Cointreau. A differenza del Cointreau, l'Aurum è prodotto in Italia, ed è di colore dorato. Anche il Cointreau ad ogni modo va benissimo! Mescolate bene.

- Imburrate ed infarinate la tortiera crisp, versateci il composto e fate cuocere con funzione crisp per 5 minuti, e continuate poi la cottura soltanto con le microonde a 650 W per 1 minuto.

- Estraete la torta dal forno e lasciatela raffreddare coperta. Gustatela il giorno dopo... diventa ancora più buona!


martedì 14 gennaio 2014

Penne integrali con cima di rapa


Oggi vi propongo una ricetta molto semplice ma tanto tanto appetitosa: la pasta con la cima di rapa. A me piace immensamente e difatti, adesso che è la stagione di questa ottima verdura, la cucino tutte le settimane :-)

INGREDIENTI (per 2 persone):

- penne integrali (o qualsiasi altro formato di pasta) 2 etti
- cime di rapa un bel mazzo grande
- olio evo quanto basta
- peperoncino piccante 1/2 o uno intero se amate il gusto molto piccante
- aglio 2 spicchi
- acciughe 3 (oppure pasta d'acciughe)


PROCEDIMENTO:

- Pulite le cime di rapa eliminando le parti più spesse e dure dei gambi e le foglie sciupate, nonché gli eventuali fiori già sbocciato. Lavatele con cura sotto l'acqua corrente.
Mettetele in una capace pentola con un po' d'acqua (mezza spanna è più che sufficiente) e un cucchiaio di sale grosso e portate a bollore. Fate cuocere per 8-9 minuti circa. Scolatele e schiacchiatele un po' con un cucchiaio di legno in modo da eliminare l'acqua in accesso.

- In una padella, o meglio ancora in un saltapasta, mettete abbondante olio evo, il peperoncino spezzettato (secco o fresco,  vostro gusto) e le acciughe (oppure la pasta d'acciuga, in quantità generosa, vero che è salata, ma dà un gusto spettacolare alla cima di rapa!) e scaldate a fuoco dolce, fino a quando le acciughe non saranno ben sciolte.

- Aggiungere le cime di rapa e mescolare bene con due forchettoni di legno, in modo che la verdura si insaporisca tutta bene con l'olio e le acciughe.

- Aggiungere infine l'aglio che avrete nel frattempo sminuzzato, mescolate bene, coprite con il coperchio e fate cuocere un 3-4 minuti.

- Lessate la pasta, scolatela e versatela nella padella con le cime di rapa, accendete il fornello a fiamma vivace e fate saltare la pasta un paio di minuti.

- Servite e gustatevi questa saporitissima nonché salutare pasta accompagnandola, se vi va, con un vino secco leggero e profumato, come lo Chardonnay. Buon appetito!






lunedì 13 gennaio 2014

Salame dolce bicolore


Oggi voglio condividere con voi la ricetta del salame dolce bicolore, una variante del classico salame di cioccolato, ancora più carina da vedere e ancora più appetitosa!

INGREDIENTI:

  • 2 uova
  • 1 etto di burro
  • zucchero bianco e/o di canna quanto basta 
  • 35 gr di cacao amaro
  • 35 gr di farina di mandorle
  • 370 gr circa di biscotti secchi o a piacere biscotti frollini
  • sale 2-3 pizzichi

PROCEDIMENTO:

- Far sciogliere il burro a fuoco dolcissimo

- Rompere le uova ciascuna in una terrina

- Aggiungere un po' di zucchero a ciascun uovo. Io non ho mai pesato lo zucchero utilizzato per fare il salame dolce ma sono sempre andata ad occhio e "a gusto". Comunque direi che potrebbe andar bene metterne 4-5 cucchiai colmi per ciascun uovo.  Usate lo zucchero bianco o se preferite quello di canna. Io molto spesso per fare il bastone li metto entrambi, oppure uso solo quello di canna.

- Mescolare l'uovo e lo zucchero molto bene, fino a quando il preparato inizia un po' a gonfiarsi e diventa schiumoso.

- In una terrina aggiungere il cacao e un paio di pizzichi di sale; nell'altra aggiungere invece la farina di mandorle e il sale. Mescolare bene.

- In una capiente ciotola di plastica rompere i biscotti (io uso il batticarne) fino ad ottenere briciole piuttosto fini.

- Aggiungere una metà del burro fuso alla terrina con l'impasto al cacao e l'altrà metà alla terrina con l'impasto alle mandorle. Amalgamare bene con un cucchiaio di legno.

- Aggiungere una metà dei biscotti sbriciolati alla terrina con il cacao e l'altra metà alla terrina con le mandorle. Mescolare con cura, con un cucchiaio o anche con le mani: l'impasto a questo punto è abbastanza difficile da mescolare perché molto denso, e con le mani si fa un po' meno fatica :-)

- Distendere sul tavolo un foglio d'alluminio e versarvi sopra l'impasto al cacao (oppure quello alle mandorle, è la stessa cosa). Cercare con le mani di dargli una forma stretta ed allungata, simile appunto a un salame, avendo però cura di cercare di appiattire un po' la parte superiore, in quanto adesso andremo a posizionarci sopra la parte alle mandorle.

- Con le mani prendere l'impasto alle mandorle e metterlo sopra l'impasto al cacao, cercando di distribuirlo bene in modo uniforme.

- Infine, aiutandosi con il foglio d'alluminio che avvolgerete attorno al salame, cercare di dare al salame una forma il più possibile uniforme.

- Mettere in frigo in modo che l'impasto si rassodi. Conservare sempre il salame in frigorifero. Prima di consumarlo consiglio però di lasciarlo una mezz'ora a temperatura ambiente.

BUON APPETITO!

giovedì 9 gennaio 2014

Pizza al microonde

Buongiorno a tutti!
Inauguro il mio nuovo blog con una delle ricette per microonde che faccio più spesso, quella della PIZZA!




La pizza è davvero un "must" per noi italiani, non c'è persona che non la ami o che rifiuti un invito in pizzeria da parte di un amico. Io l'ho sempre amata molto, un po' come ho sempre amato la pasta. Fino ad alcuni mesi fa ero solita farmela portare a casa, tutte le settimane, da un pizzaiolo take-away che fa pizze davvero ottime, soprattutto quella con l'impasto integrale... anche i miei bimbi l'hanno sempre divorata! Ma poi mi è venuta la voglia di imparare a fare la pizza da me, un po' per divertimento, dato che cucinare mi piace molto, un po' per risparmiare (perché la pizza non è che proprio te la regalano, e fatti due conti ho visto che al mese spendevo una bella cifretta in pizze) e un po', fissata come sono ultimamente con l'alimentazione sana, per sapere esattamente che cosa sto mangiando.

Avendo solo il forno a microonde, ho dovuto naturalmente farmi prima un po' di esperienza con la cottura. In rete si trovano un po' di indicazioni su come fare la pizza col microonde, ma poi alla fine, dopo alcuni tentativi, ho messo a punto il mio metodo personale.
La ricetta base dell'impasto l'ho presa dal simpaticissimo sito http://www.pizzaeimpasti.it/‎ che tra tutti quelli che ho letto mi è sembrato davvero il migliore.

Dato che però a me piace sperimentare, ci metto sempre del mio, in particolare sulla scelta del tipo di farina da utilizzare. Non mi sono mai "limitata" ad usare un impasto fatto tutto con farina tipo 0 (che è quella più frequentemente indicata per la pizza), ma ho sempre amato provare diverse miscele... Comunque con l'esperienza si impara, a volte degli impasti non mi sono usciti granché bene, ma ormai bene o male ci azzecco sempre.

Ecco quindi la mia ricetta per la pizza al microonde. Le dosi sono per 2 pizze da cuocere nel piatto crisp con diametro di 27 cm.

Il piatto crisp è invenzione della Whirlpool; so che ad ogni modo anche altre marche di forni a microonde hanno inventato piatti simili, che hanno altri nomi, ma che in sostanza sono la stessa cosa.


INGREDIENTI PER L'IMPASTO:
  • Farina gr 300
  • Acqua tiepida ml 150
  • Lievito di birra fresco pochi grammi (qualche briciolina)
  • Olio evo 2 cucchiai
  • Sale 2 bei pizzichi
  • Zucchero mezzo cucchiaino

PROCEDIMENTO:


Versare un po' di acqua tiepida presa dai 150 ml in un piccolo recipiente e sciogliervi dentro pochi grammi di lievito di birra (da un panetto da 25 gr prendetene 3 o 4 gr, meglio non di più perché se mettete tanto lievito si sentirà nell'impasto, sia nel sapore che nell'odore, e inoltre la pizza risulterebbe meno digeribile). Aggiungere quindi il mezzo cucchiaino di zucchero e mescolare bene con un cucchiaino. Lo zucchero aiuta la lievitazione.

Versare un altro po' di acqua tiepida presa dai 150 ml in un altro piccolo recipiente e sciogliervi dentro i due pizzichi di sale. Naturalmente potete mettere anche più sale, dipende dai gusti. Io preferisco un impasto non tanto salato perché in tal modo dopo aver mangiato la pizza non mi viene sete. La sete, che dura anche tutta la notte, è uno dei tormenti che quasi sempre ci regala una serata in pizzeria. Se si può evitare, tanto meglio. Ad ogni modo, leggendo qua e là per il web, ho letto che la tipica sete post-pizza non è dovuta tanto alla quantità di sale quanto all'effetto che farebbero alcuni enzimi su una pasta fatta e poi cotta troppo frettolosamente.
Se ritrovo il link di un articolo, in particolare, che avevo letto sull'argomento, lo posterò.
Io come sale uso il sale marino grigio integrale, non raffinato, di Guérande. Lo trovo magnifico, non è né fine né grosso, ed ha un profumo davvero unico.

In una terrina piuttosto grande (io ne uso una di plastica) versare 300 gr di farina. Potete utilizzare la farina che preferite oppure miscelarne di diverse, nelle proporzioni che più vi aggradano. In genere la farina che più viene consigliata è quella di tipo 0 (mentre la 00 è maggiormente consigliata per fare dolci), oppure la farina "manitoba", che è sempre una farina di grano tenero di tipo 0, ma di una qualità che è in grado di trattenere più acqua e riesce quindi a lievitare meglio. Io poi uso molto spesso la farina integrale, mi piace moltissimo! Se usate la farina integrale di grano tenero potete fare una pizza integrale al 100%, ho provato più volte ed esce bene. Se invece usate la farina integrale di farro dovete miscelarla ad altre, non integrali, altrimenti vi ritrovate con un impasto difficilissimo da lavorare, quasi impossibile da stendere e ancora peggio da mangiare (anche se di gusto affatto cattivo... il farro è molto gustoso, ma in una pizza va proprio miscelato ad altre farine). Inoltro uso parecchio anche la semola rimacinata di grano duro, da' alla pizza una deliziosa croccantezza.

Versare sulla farina l'acqua con il lievito e i due cucchiai di olio evo, ed inizare ad impastare. Io l'ho sempre fatto a mano, ma di certo verrà bene anche se fatto con un robot da cucina o un'impastatrice. Aggiungere man mano l'acqua rimanente, continuare ad impastare ed infine aggiungere l'acqua con il sale. E' bene non aggiungere l'acqua con il sale all'inizio, quando si mette l'acqua con il lievito, in quanto il sale inibisce la lievitazione. All'inizio io impasto direttamente nella terrina, poi dopo un po' rovescio il composto sul tavolo e lì continuo a lavorarlo. Dovete lavorarlo alcuni minuti, fino a quando diventa morbido e dalla consistenza uniforme.

Dare all'impasto la forma di una palla, metterlo in una ciotola (io uso la stessa nella quale ho impastato), la quale va coperta con un canovaccio da cucina bagnato (io la bagno con l'acqua calda) e ben strizzato, e mettere la ciotola vicino a una fonte di calore, se possibile. Io la metto accanto al calorifero. L'ideale sarebbe poi evitare che l'impasto subisca sbalzi di temperatura. Il calore aiuta la lievitazione. Lasciare quindi l'impasto lievitare per alcune ore... più si aspetta e più lievita. Io non lo faccio mai lievitare meno di 5 ore.

Quando mancano circa un paio d'ore potete dare una veloce reimpastata al composto. Tale operazione non è strettamente necessaria, ma consigliata, per ridistribuire meglio i lieviti, così come è anche ricordato nell'utilissimo sito che ho già citato, http://www.pizzaeimpasti.it/‎.

Quando manca un'oretta, bisogna fare le "palline", ovvero le due palle di pasta che dovranno poi essere stese per fare le pizze. Per fare le palline, sollevare con delicatezza l'impasto, che nel frattempo sarà notevolmente lievitato, e separarlo in due aiutandosi con entrambe le mani, con un movimento rotatorio. Dare una forma tondeggiante alle due parti così ottenute e rimetterle nuovamente a lievitare coperte nella ciotola.

Trascorsa l'ultima ora di attesa prendete i due impasti e metteteli su un tavolo infarinato. Io uso di preferenza, per quest'operazione, la semola rimacinata di grano duro. Prendete una delle palline e iniziate a schiacchiarla un po' con le dita cercando allo stesso tempo di allargarla e darle una forma tondeggiante. Io le prime volte mi aiutavo con un mattarello, ma poi ho iniziato a preferire decisamente le mani: si riesce tra l'altro ad ottenere, secondo me, una forma tondeggiante con molta più facilità! Stendete quindi la pasta fino a quando ottenete un disco con il diametro corrispondente a quello della teglia crisp. Prendete una forchetta e sbucherellate la pasta: questo impedirà alla pizza di gonfiare durante la cottura.

Prendere il piatto crisp e cospargelo con un po' di farina. In alternativa potete ungerlo, in entrambi i casi la pizza non si attaccherà. E' solo una questione di gusti, io personalmente preferisco usare la farina, ma è lo stesso :-) Metterci sopra l'impasto e condirlo quindi con un po' di pomodori pelati, che schiaccerete e cospargerete sulla pizza con l'aiuto di un cucchiaio.

Infornate e cuocete con funzione crisp per 7 minuti. Estraete la pizza dal forno e metteteci sopra un po' di mozzarella tagliata a cubetti. Va benissimo la normale fiordilatte. Io che sono di Bergamo uso spesso la "Mozzarella di Seriate", che ha il vantaggio di fare pochissima acqua. Non esagerate, ad ogni modo, con la mozzarella, altrimenti vi ritroverete la pizza umidina a causa dell'acqua, il che non è che sia troppo piacevole! Se preferite usare la mozzarella di bufala (a me piace un sacco!) stesso discorso: non esagerate troppo, tenendo poi contro del fatto che la bufala produce ancora più acqua. Io di solito quando uso la bufala prima la strizzo, in modo che rilasci già una buona parte della sua acqua. Infine mettete sulla pizza, se volete, qualsiasi altro ingrediente che sia di vostro gradimento. La mia pizza preferita è la Napoli, e quindi ci metto sopra un po' di acciughe e di olive.

Infornate nuovamente e cuocete con funzione crisp per 3 minuti. Togliere dal forno e con l'aiuto di una paletta trasferire la pizza su un piatto. Se vi va potete condire la pizza con un filo d'olio e quindi.... buon appetito! La vostra pizza è pronta per essere divorata :-)




Spero tanto che questa ricetta via sia piaciuta e che vi aiuti a preparare in casa una buona pizza con il vostro microonde!